Obiettivo raggiunto: il Jazz vince al Mulino Pacifico

La prima serata della stagione teatrale, dal titolo Obiettivo T,  a cura della SOLOT Compagnia Stabile di Benevento è stata originalissima!

La rassegna storica, per la direzione artistica di Antonio Intorcia e Michelangelo Fetto, quest’anno prevede una sezione dedicata alla musica jazz dal titolo “Jazz Club”, curata dal maestro Peppe Timbro. Sono previste dal programma tre serate, la prima ha aperto la nuova stagione di spettacoli al coperto ospitando -presso il Mulino Pacifico- un quartetto capitanato dal sax di Daniele Scannapieco.

Le altre due date si terranno prima di Natale ed avranno come interpreti principali Dario Deidda al contrabbasso, il 25 novembre, e il chitarrista Daniele Cordisco, il 9 dicembre.

I tre spettacoli avranno una band residente composta da Francesco Marziani alla tastiera, Massimo Del Pezzo alla batteria e Antonio Napolitano al contrabbasso, esclusa la serata in cui l’ospite principale sarà Dario Deidda, anch’egli maestro dello stesso strumento.

Ma torniamo a Daniele Scannapieco, l’ottimo sassofonista campano possiede una timbrica potente ma, allo stesso tempo, sensibile e precisa, volta all’utilizzo della melodia. Nella serata a Benevento ha prediletto le ballate mantenendo un fraseggio che in alcuni casi è stato chirurgico e torrenziale, trascinando con se in particolare il potente drummer Massimo Del Pezzo.

La serata è stata sostenuta dal lavoro alla tastiera di Marziani per tutta la durata dello show che si appoggia bene alla ritmica, a volte potente e a volte sussurrata, dove forse (a causa dell’acustica) risulta leggermente soffocato il suono del contrabbasso -sia pur molto preciso- di Napolitano.

Qualche minuto prima delle 21, i quattro salgono sul palco e partendo dalle melodie di alcuni standard americani, in particolare un paio sono di Coltrane punto di riferimento dell’artista campano, catturano il pubblico e lo conducono ad un’ora e venti di emozioni sonore.

Inutile cercare quale sia il pezzo in cui la band trova il migliore connubio, in quanto la qualità dell’interpretazione è sempre alta e, ovviamente col trascorrere dei minuti, diventa torrida l’atmosfera ed anche i musicisti -sempre più a loro agio- si lasciano andare ad a soli e improvvisazioni sempre più sciolte. Il pubblico gradisce è accompagna l’intera serata con molti applausi.

L’idea del jazz al Mulino Pacifico è sicuramente indovinata, da ripetere anche in forma più continua, semmai intercalandola con altri generi musicali.

Noi ci speriamo!

Rino Pastore