Obiettivo T comincia con “Mamma, Mà!”

Venerdì 27 ottobre, alle ore 20.30, torna ad aprirsi il sipario al Teatro Mulino Pacifico per il primo appuntamento di “Obiettivo T”, storica stagione teatrale promossa dalla Solot Compagnia Stabile di Benevento, con il coordinamento artistico di Michelangelo Fetto e Antonio Intorcia, giunta quest’anno alla sua trentesima edizione.

La rassegna prende il via con il gradito ritorno, sul palcoscenico del Teatro Mulino Pacifico, della Compagnia Teatro Insania che porterà in scena per l’occasione “Mamma, Mà!”, atto unico per attrice sola, scritto dal drammaturgo Massimo Andrei, interpretato da Daniela Ioia e diretto da Gennaro Silvestro.

Lo spettacolo che ben rappresenta il successo di quella nuova drammaturgia che sta guadagnando uno spazio di rilievo nel teatro contemporaneo, vede protagonista Daniela Ioia, attrice partenopea nota in teatro e sul piccolo schermo per il personaggio di Rosa interpretato ad “Un posto al sole”, una delle fiction italiane più longeve e conosciute. Oltre alla fiction di Rai 3, l’artista ha avuto l’occasione di recitare in “Gomorra”, fiction ispirata al romanzo di Roberto Saviano, nella terza stagione de “I Bastardi di Pizzofalcone” e in film di successo tra cui “Il sindaco del rione sanità”, diretto da Mario Martone e “Nostalgia”, dove ha avuto l’occasione di recitare fianco a fianco con un attore del calibro di Pierfrancesco Favino.

“Mamma, Mà” che andrà in scena, lo ricordiamo, venerdì 27 ottobre, alle 20.30, viene così presentato dal regista Gennaro Silvestro: I giorni nostri. Enza Amato, alle prese con un test di gravidanza. “Aspetto un bambino? Quanto saranno determinanti le mie scelte sull’educazione dei miei figli? Che tipo di madre sarò? Mamma, mà!”. Queste sono le domande che affollano la testa della nostra giovane donna. Le domande proiettano tre possibili versioni di madri: fragile, determinata, insicura. Le tre madri si presentano, a turno, in un consultorio familiare per colloquiare con uno psicologo. Davanti a lui cominciano a raccontare e a raccontarsi in modo libero e personale. Fin troppo libero, fin troppo personale. Tirano fuori fatti e personaggi apparentemente estremi, ma che rientrano appieno nel nostro immaginario e nel nostro quotidiano.